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domenica 26 luglio 2015

Anche tu, hai sempre paura a dire ciò che pensi davvero?



Ciao cari lettori,

questo libro mi è stato di grande aiuto nei miei momenti neri e volevo condividerlo con voi.

Magari è più adatto ad un pubblico femminile, ma comunque può essere utile anche a persone dell'altro sesso.

Il libro in questione è quello che vedete alla vostra sinistra e si chiama "Puoi anche dire No!" di Beatrice Bauer, Gabriella Bagnato e Mariarosa Ventura.


Se c'è qualcuno tra di voi che fa sempre le cose per fare contenti gli altri e perchè si sente obbligato a farle per evitare discussioni/litigi e perchè ha troppa paura di dire ciò che pensa....Beh questo è il libro adatto a voi.


Io, ho sempre fatto (e faccio ancora, purtroppo non si cambia atteggiamento da un giorno all'altro) e continuo a fare le cose perchè non riesco a dire ciò che penso.


Perchè non riesco a dire ciò che penso? Perchè ho paura. Ho paura della reazione dell'altra persona, ho paura del giudizio dell'altra persona. Vorrei essere quella persona perfetta che tutti amano, andare d'accordo con tutti. Ma ho imparato una cosa: non si può essere così. Tutti andiamo d'accordo solo con alcune persone, non possiamo pretendere di accontentare tutti, perchè si rischia di cadere nel ridicolo ed essere poi anche giudicati come "persone false" cosa che in realtà non siamo assolutamente.

Qual'è la soluzione migliore, vi starete chiedendo.. Beh diciamo che bisogna trovare il giusto compromesso tra le cose.

Sicuramente non bisogna diventare una persona che litiga e aggredisce le persone per far valere il proprio pensiero, ma bisogna sempre dire ciò che si pensa.

Tutto ciò porterà a un miglioramento enorme della vostra qualità di vita.


Se non dico ciò che penso..
1) Perdo di rispetto verso me stesso e anche verso chi mi sta intorno
2) Non faccio mai ciò che voglio davvero e quindi mi arrabbio con me stesso e sono nervoso anche con chi ho intorno
3) NON posso esprimermi e tengo le cose dentro di me

Se dico ciò che penso..
1) Posso confrontarmi con altre persone, trovare un'accordo, pur sempre esprimendo la mia idea, che non deve essere per forza uguale a quella della persona che ho di fronte.
2) Posso ESPRIMERMI e finalmente aiutarmi e ritrovare l'autostima che ho perso.
3) Sono più sereno, e lascio da parte il nervoso che è negativo.


Non voglio scrivere una trama del libro, se vi interessa potete cercarla su internet.

Qualcun'altro ha come me, questa problematica?
Quali soluzioni sta attuando per migliorare e risolvere il problema?


lunedì 11 febbraio 2013

Come si cura


Come si cura
Il disturbo ossessivo-compulsivo colpisce senza distinzioni di età e sesso dal 2% al 3% della popolazione, vale a dire che ogni cento persone che nascono oggi, due o tre svilupperanno nell’arco della propria vita un DOC. Si può supporre che in Italia, in questo momento, soffrano di questa patologia circa 800.000 persone.Può manifestarsi nell’infanzia, nell’adolescenza o nell’età adulta, in modo acuto, cioè con sintomi evidenti ed improvvisi, o più frequentemente in modo subdolo e graduale.Attualmente, in base a degli studi scientifici, gli unici trattamenti che sono risultati efficaci per la cura del disturbo ossessivo-compulsivo sono il trattamento farmacologico e la psicoterapia  cognitivo-comportamentale.  

Trattamento Farmacologico con Antidepressivi
Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, molte ricerche documentano l’effetto dei farmaci antidepressivi SSRI (o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e della  clomipramina (antidepressivo triciclico). Gli studi sottolineano la sostanziale equivalenza terapeutica della clomipramina e degli SSRI nel trattamento del DOC, sebbene la pratica clinica mostri la superiorità della clomipramina, soprattutto se somministrata per via endovenosa.  
Trattamento Farmacologico con Antidepressivi

Nonostante l’efficacia comprovata di questi farmaci è emerso, tuttavia, che circa il 30-40% delle persone non risponde positivamente a questo tipo di trattamento. Anche tra coloro che presentano dei miglioramenti sono poche le persone che riescono a non avere più sintomi con il solo trattamento farmacologico. Per questo motivo, sono state proposte numerose strategie farmacologiche, basate sull’utilizzo di basse dosi di neurolettici o la combinazione di due farmaci ad azione serotoninergica, che mirano a potenziare l’efficacia della terapia con i soli antidepressivi. Sono sconsigliate, invece, le benzodiazepine, cioè i cosiddetti tranquillanti, perché anche se danno una momentanea attenuazione dell’ansia creano assuefazione e dipendenza. 
In conclusione, i farmaci da soli possono risultare non del tutto efficaci e, anche nel migliore dei casi,  presentano un forte rischio di ricaduta.  

Quando né la terapia cognitivo-comportamentale né il trattamento farmacologico hanno dato risultati soddisfacenti, si dice che la persona presenta un disturbo ossessivo-compulsivo resistente al trattamento; in questi casi può essere utile un ricovero in strutture specializzate. Un trattamento ben organizzato in regime di ricovero deve presentare le seguenti caratteristiche: trattamento farmacologico intensivo secondo i più recenti protocolli d’intervento sul DOC resistente; sedute intensive di psicoterapia cognitivo-comportamentale (almeno due a settimana); quotidiano intervento di esposizione e prevenzione della risposta; intervento educativo sui familiari del paziente; intervento di prevenzione della ricaduta; incontri periodici di controllo dopo la dimissione. Il ricovero può essere consigliabile anche per chi presenta dei sintomi così gravi da impedire lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana, per chi è a rischio di suicidio, per chi ha scatti aggressivi quando si interviene per fargli interrompere dei rituali, per chi ha situazioni familiari particolarmente complesse o per chi ha un così forte timore di danneggiare gli altri che accetta cure sole se si sente rassicurato dalla presenza dei clinici.

Tratto da: "Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo"
di Gabriele Melli - Editore Eclipsi, Firenze